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Autobiografia di un polpo

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Introduzione di Emanuele Coccia

 

“La natura è solo un enorme serbatoio di popoli e civiltà di cui non abbiamo colto la chiave di lettura.

 Dovremmo leggere la ricerca scientifica sugli altri esseri viventi come se fosse un vasto esercizio di etnografia del non umano.”

Emanuele Coccia

 

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Vinciane Despret
9788869658891

12 x 21,70 cm
136 pagine 
fotografie in copertina e sui risguardi di Yung-sen Wu
brossura con alette
traduzione di Matteo Martelli


Autobiografia di un polpo e altri racconti animali è il libro di Vinciane Despret, filosofa, psicologa e professoressa belga, la cui ricerca si orienta verso la filosofia della scienza. Il libro è arricchito da un testo introduttivo di Emanuele Coccia.
Il volume di Despret è orientato verso un vero e proprio approccio biografico dei viventi, che siano animali, alberi o fenomeni geografici e climatici che l’autrice vuole farci osservare e ascoltare. Esplorare i mondi selvaggi presenti intorno a noi.  Intrecciando etologia e finzione, Vinciane Despret ci invita a immaginare un futuro alla fine del Terzo Millennio in cui l’uomo possa capire e tradurre il linguaggio inesplorato degli animali attraverso la “terolinguistica”, una nuova disciplina scientifica.  Despret parte da un’idea dell’autrice di fantascienza Ursula Le Guin che, in un racconto del 1974, The Author of the Acacia Seeds. And Other Extracts from the Journal of the Association of Therolinguistics, immaginava la nascita di questa “linguistica del mondo selvaggio” con l’obiettivo di studiare la capacità di piante e animali di elaborare linguaggi e produzioni artistiche, per poi codificarli.  Il senso di tali codici sfugge alla comprensione dell’uomo, sempre troppo concentrato sul proprio posto nel mondo per aprirsi all’altro, al diverso: e se invece i ragni ci invitassero a far tacere il frastuono delle macchine per cogliere le sinfonie della natura? O le costruzioni dei vombati ci offrissero una grande lezione di convivialità? E se i polpi, seguaci della metempsicosi, fossero disperati di non potersi reincarnare a causa della pesca intensiva e dell’inquinamento degli oceani? Impostando il ragionamento in tre sezioni, Despret prova a farci immergere nei linguaggi del mondo animale analizzando prima le vibrazioni poetiche dei ragni, poi le architetture fecali dei vombati per arrivare agli aforismi dei polpi, estendendo la facoltà di possedere una scrittura e una letteratura a tutti gli esseri viventi. L’invito dell’autrice è quello di aprirci alla sfera animale per trovare un nuovo modo di stare al mondo, più rispettoso della Terra e dei suoi ritmi.
 
Vinciane Despret è filosofa, psicologa e professoressa all’Università di Liegi. Dopo aver scoperto il lavoro degli etologi, ha rivolto la sua ricerca verso la filosofia della scienza. Al centro del suo studio è l’esame, e la messa in discussione, del nostro rapporto con gli animali. Tra i tanti libri pubblicati, Quando il lupo vivrà con l’agnello. Sguardo umano e comportamenti animali (2004), Penser comme un rat (2009), Le Chez-Soi des animaux (2017), Che cosa rispondono gli animali… Se facciamo le domande giuste? (2018) e Habiter en oiseau (2019). È anche curatrice della mostra “Être bêtes” alla Cité des sciences et de l’industrie di Parigi.
 
Emanuele Coccia, filosofo, insegna presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS, Parigi) dal2011. È editorialista di Libération, collabora con Le Monde e la Repubblica. Tra le sue pubblicazioni: Il bene nelle cose (2014), La vita delle piante. Una metafisica della mescolanza (2018), Filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità (2021), Metamorfosi. Siamo un’unica, sola vita (2022).
 
La copertina fotografica - Wu Yung-sen – La blackwater photography
Oltre l’80 percento degli oceani è ancora inesplorato e gli abissi marini rimangono l’ultima frontiera dell’ignoto: un ambiente estremo, difficile anche da osservare. Wu Yung-sen è un fotografo di Taiwan specializzato nella fotografia delle acque profonde, la blackwater photography. Si immerge al largo, nel cuore della notte, per essere certo che nessun fascio di luce possa alterare la scena e si cala a circa 30 metri di profondità, cercando di riprendere al buio animali che abitano più lontano, tra i 5 e i 2.000 metri. Così riesce a catturare l’immagine di creature incredibili, spesso trasparenti, come la larva di polpo Wunderpus: l’immagine mostra quanto sia delicata questa creatura e il corpo diafano del piccolo essere permette anche di osservare il suo cervello. “Mentirei se dicessi di non avere paura del buio, ma il desiderio di trovare queste strane creature mi ha dato la forza di superare i miei timori”.