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24,3x35,5 cm
320 pagine
150 fotografie in b/n
cartonato
Forse quel che mi ha colpito di più sono state le analogie nelle vite dei coltivatori di caffè, pur separati da oceani e continenti. Solo in pochi luoghi le macchine hanno sostituito alcune fasi del processo di lavorazione, ma la maggior parte dei produttori sono piccoli agricoltori che raccolgono a mano le ciliegie del caffè, con mogli e figli che li aiutano a essiccarle, e le trasportano sui muli fin dai loro compratori. E non mi è difficile immaginare un coltivatore di caffè della valle del Lijiang, nella provincia cinese dello Yunnan, adattarsi facilmente a lavorare nella Valle Todos los Reyes in Costa Rica.
Sebastião Salgado
Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lélia la agenzia Amazonas Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli Indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sino stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorés.
Sebastião Salgado si è spento a Parigi dove viveva il 23 maggio del 2025, all'età di 81 anni.