16,6 x 23 cm 200 pagine 92 fotografie in b/n e a colori brossura con alette
“La fotografia non è una riproduzione, bensì una rivelazione”, precisa Paolo Roversi, riconosciuto a livello internazionale come uno dei più raffinati fotografi di moda. Roversi porta avanti da oltre cinquant’anni un’opera che sembra ossessionata dalla fragilità della bellezza in ogni sua forma. Nel 1980 Roversi scopre la pellicola Polaroid utilizzata su un banco ottico a grande formato: questo “colpo di fulmine” svela al fotografo nuovi orizzonti di ricerca estetica, dà nuova vita alla sua relazione con il soggetto fotografato e definisce magistralmente la quintessenza del suo stile, particolarmente attento all’uso della luce. Un’attenzione che condivide con il filosofo Emanuele Coccia, nome sempre più di peso nel panorama internazionale e ormai noto per la sua metafisica vegetale e le sue riflessioni sulla luce come energia solare che le piante immettono nella carne minerale del pianeta. Da un lato, un filosofo che ha fatto della metafisica della mescolanza il suo marchio di fabbrica, che riesce a mettere insieme moda, pubblicità, religione e biologia in modo naturale, lavorando sulle loro corrispondenze. Dall’altro, un fotografo che, in un’impresa acrobatica apparentemente impossibile, ha fatto dell’inattualità e della sospensione il soggetto delle sue immagini, imponendo il suo sguardo in un genere, la fotografia di moda, dove il tempo di solito conta molto.
Lettere sulla luce raccoglie le riflessioni di Roversi e Coccia, che per condividere i loro pensieri hanno scelto il genere epistolare. Il carteggio ruota attorno al tema della luce, prendendo spunto dalle considerazioni del fotografo, talvolta tecniche e sempre poetiche, alle quali il filosofo risponde ampliando il campo di applicazione della propria disciplina. Nel corso di questi scambi, scanditi da emblematiche fotografie di Paolo Roversi, gli autori si svelano, rivelando due personalità singolari.
Il volume, che presenta una selezione delle immagini più iconiche del fotografo, è arricchito da un testo di Erri De Luca e da una prefazione di Chiara Bardelli-Nonino, photoeditor, curatrice e contributor per Vogue Italia.
Nato a Ravenna nel 1947, Paolo Roversi si avvicina alla fotografia a 17 anni, durante un viaggio in Spagna. A 20 anni lavora come reporter per un’agenzia fotografica; nel 1970 apre a Ravenna il suo primo studio, dedicandosi allo still life e ai ritratti. Nel 1973 si trasferisce a Parigi e comincia a interessarsi di fotografia di moda. Ha lavorato e continua a lavorare per le più importanti riviste di moda del panorama internazionale: Elle, Marie Claire, Harper’s Bazaar e Vogue oltre che direttamente per diversi importanti clienti nel mondo della moda, tra cui Giorgio Armani, Valentino, Dior, Yves Saint Laurent, Alberta Ferretti, Hermes, Pomellato, Givenchy, Guerlain e Yohji Yamamoto.
Emanuele Coccia insegna all'École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS, Parigi) dal 2011. Ha pubblicato La vita sensibile (Il Mulino, 2011), Il bene nelle cose (Il Mulino, 2014), La vita delle piante. Una metafisica della mescolanza (Il Mulino, 2018). Per Einaudi ha pubblicato Filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità (2021) e Metamorfosi. Siamo un'unica, sola vita (2022). È editorialista di Libération, collabora con Le Monde e la Repubblica.