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Vedere è tutto

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Contrasto propone una lezione di fotografia con Henri Cartier-Bresson. Il libro Vedere è tutto, il nuovo titolo della serie Logos – Lezioni di fotografia presenta una selezione delle migliori interviste rilasciate dal maestro dal 1951 al 1998 e raccolte in ordine cronologico. Cartier-Bresson ha dialogato con lo scrittore Pierre Assouline, il critico e storico della fotografia Gilles Mora, l’editore Richard Leo “Dick” Simon: queste conversazioni e molte altre ancora sono raccolte in Vedere è tutto. In alcuni casi le interviste proposte erano ormai introvabili perché mai pubblicate successivamente.

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Henri Cartier-Bresson
9788869655159

15x21 cm
178 pagine
brossura con alette


Il volume rappresenta quindi un’ocasione unica per confrontarsi con una riflessione dinamica e spontanea sulla fotografia attraverso la voce del grande fotografo francese. Per una volta non saranno le sue celebri immagini ma le sue stesse parole a guidarci all’interno del suo mondo. Un mondo fatto di luci e ombre, di istanti catturati con sapienza, di sottili geometrie, ma anche e soprattutto di esseri umani. Infatti, l’uomo e la sua vita, “così breve, così fragile, così minacciata”– come lui stesso ha affermato – sono suo il soggetto prediletto, ritratto da ogni punto di vista.

Con un testo di Clément Chéroux e Julie Jones.


Anche se nel corso dei suoi reportage prendeva molti appunti, e ha sempre mantenuto un’assidua corrispondenza con le persone care, nel complesso ha scritto poco sulla sua pratica fotografica. Tra le opere pubblicate durante la sua vita, si contano appena quattro o cinque testi di suo pugno. Preferiva lasciare agli amici scrittori il compito di aggiungere parole alle sue immagini. L’immaginario dal vero, raccolta delle sue prefazioni e articoli pubblicata nel 1996 dalle Éditions Fata Morgana [trad. it. P. Benedetti, Milano, Abscondita, 2005], è uno smilzo volumetto che riunisce una ventina di brevi testi. Molto più che in questa manciata di scritti, è nelle interviste che si può oggi rintracciare in maniera più vivida il pensiero di Cartier-Bresson. Se c’è un ambito in cui il fotografo non è stato avaro di parole, è proprio questo.

Clément Chéroux e Julie Jones



Henri Cartier-Bresson nasce nel 1908 in Francia. Dopo il liceo si avvicina al surrealismo e studia pittura con André Lhote.  Parte nel 1930 per la Costa d’Avorio e al ritorno comincia a fotografare. Nel 1934 è in Messico e nel 1935 negli USA, dove  si occupa di cinema. Torna in Francia nel 1936-39 come assistente di Jean Renoir. Nel 1940 viene imprigionato dai tedeschi  e nel 1943 evade. Partecipa alla Resistenza. Nel 1946 è negli USA per la mostra postuma che il MoMA gli aveva dedicato credendolo disperso. Nel 1947 fonda la Magnum. Parte per India, Cina e Indonesia. Nel 1954 è il primo fotografo ammesso in  URSS. Viaggia in Cina, Cuba, Messico, Canada, Giappone. Nel 2000, con la moglie e la figlia crea la fondazione Henri Cartier-Bresson. Muore nel 2004.