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Dopo la fotografia

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Negli anni Sessanta, con il sopraggiungere della Kodak Instamatic e della Polaroid, la fotografia passa in mano agli amatori. Nello stesso tempo, il fotogiornalismo, dinanzi al crescente dominio della televisione e delle limitazioni del diritto all’immagine, ridefinisce le sue regole di diffusione: vengono create nuove strutture e agenzie, nasce un nuovo tipo di reportage d’autore. Gli artisti dal canto loro si impossessano della fotografia per farne una pratica “antiartistica” cui si comincia ad attribuire un valore commerciale senza precedenti. Con la creazione di musei e di festival dedicati, la fotografia viene definitivamente inserita nella storia dell’arte.

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Quentin Bajac
9788869652837

15x21 cm
160 pagine 
162 fotografie a colori e in b/n
brossura con sovracoperta

Analizzandone le sfide estetiche e sociali, Quentin Bajac, ridisegna in questo libro 50 anni di fotografia fino alla rivoluzione digitale. 

Nel nostro XXI secolo, saturo d’immagini, Bajac pone l’interrogativo cruciale sull’autorevolezza del mezzo: la fotografia racconta ancora la realtà? 

Quentin Bajac è capo del dipartimento fotografico del Museo nazionale d’Arte moderna, Centre Georges-Pompidou, di Parigi. In questi ultimi anni, Bajac ha curato molte mostre, sulla fotografia moderna (“Jacques-Henri Lartigue”, 2003; “La subversion des images – surréalisme, film e photographie”, 2009) e su quella contemporanea (“Bernd e Hilla Becher”, 2004; “William Klein”, 2005; “Les Peintres de la vie moderne”, 2006; “Miroslav Tichy”, 2008). Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo i due volumi apparsi in Francia nella collezione Découverte Gallimard: L’Image révélée, l’invention de la photographie, 1839-1880 (2001) e La photographie à l’époque moderne, 1880-1960 (2005).