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Cartier-Bresson. Libro dopo libro

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Introduzione di Stefano Bartezzaghi
 

Il libro che Scianna scrive a proposito dei libri

che ha osservato e dell’amico che li ha composti, è un incrocio

di sguardi cui ci invita ad aggiungere il nostro di lettori.

Stefano Bartezzaghi


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Ferdinando Scianna
9788869658679

14 x 19 cm
94 pagine
cartonato

Cartier-Bresson. Libro dopo libro, di Ferdinando Scianna con una introduzione di Stefano Bartezzaghi,  è il secondo titolo della collana Lampi e nasce dal legame che per anni ha unito Ferdinando Scianna e Henri Cartier-Bresson. Di quelli intensi, profondi, duraturi. Fatto di stima, rispetto e ammirazione e di tanti libri, per lo più di fo­tografia. Al maestro del fotografo siciliano, al suo insegnamento, alle sue imma­gini e ai suoi libri, è dedicato questo volume.
 
Un libro che non è un saggio erudito, né un trattato di filologia. Quel che Scianna propone è una conversazione molto persona­le incentrata, come scrive lui stesso, su due grandi passioni: “Quella per i libri, soprattutto i libri di fotografia, e quella, nello specifico, per i libri di Henri Cartier-Bresson che io con­sidero il maestro dei miei maestri e certo non solo io, visto che quattro generazioni di fotografi si sono rifatti a lui come al punto di riferimento più importante della fotografia mondiale del XX secolo. Almeno, di un certo tipo di fotografia. Mi interessano i suoi libri in modo particolare perché credo esistano alcuni paradossi e molte ragioni di interesse che ri­guardano il rapporto di Cartier-Bresson con i libri. E dei suoi libri con la mia vita”.
 
È un volume senza immagini questo che esce per Lampi perché, come sottolinea Bartezzaghi nel suo testo introduttivo, “se i libri di Cartier-Bresson possono fare a meno delle parole, questo libro di Scianna (che di quei libri parla) può fare a meno delle fotografie. Può farne a meno anche perché spesso quelle di cui parla sono fotografie notissime, studiate, commentate, sezionate, ammirate centinaia di migliaia di volte e che ai nostri tempi, per merito o per colpa di internet, possono essere richiamate con pochi tocchi di dita addirittura sul proprio telefono”.
 
Ferdinando Scianna nasce a Bagheria in Sicilia, nel 1943. Comincia a fotografare negli anni Sessanta. Nel 1965 esce il volume Feste religiose in Sicilia, con un saggio di Leonardo Sciascia: ha così inizio una lunga collaborazione e amicizia tra Scianna e lo scrittore siciliano. Nel 1967, si trasferisce a Milano, lavora per L’Europeo e poi, come corrispondente per la stessa testata, a Parigi, città in cui vivrà per dieci anni. Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens e, in Italia, La villa dei mostri, sempre con un’introduzione di Sciascia. A Parigi scrive inoltre per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Littéraire, ma soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson, che diventerà suo grande amico e maestro e che lo introdurrà nel 1982, primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum Photos. Dal 1987 alterna al reportage la fotografia di moda riscuotendo un successo internazionale. È autore di numerosi libri e svolge da anni un’attività critica e giornalistica. Gli ultimi volumi pubblicati con Contrasto sono Visti&Scritti (2014), Obiettivo ambiguo (2015), In gioco (2016), Istanti di luoghi (2017), Cose (2018), Autoritratto di un fotografo (2021).