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Io sono il fotografo. Blow-up e la fotografia
C’è chi fa il torero, chi il deputato. Io faccio il fotografo.
Thomas, protagonista di Blow-up
Io sono il fotografo. Blow-up e la fotografia, è il libro che per la prima volta presenta un approfondimento completo sul film Blow-Up di Michelangelo Antonioni con alcuni materiali inediti provenienti dall’Archivio Antonioni. Così, accanto al racconto di Julio Cortázar, Le bave del diavolo, che ispirò il regista, troviamo anche il soggetto integrale firmato da Antonioni stesso.
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9788869657597
16x22,4 cm
192 pagine
40 fotografie ca. a colori e in b/n
cartonato telato
Accanto ai testi, nel volume sono pubblicate le fotografie originali che il protagonista del film appende alle pareti. Le immagini furono realizzate da Don McCullin. Quando le riprese del film terminarono, se ne persero le tracce per quasi trent’anni, finché nel 1996 vennero acquistate da un collezionista, Philippe Garner, durante un’asta a Londra. Erano 21. In Io sono il fotografo ci sono anche le foto di scena, tra cui quelle di Eve Arnold, e alcune immagini di backstage.
Blow-Up, campione d’incassi e vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1966, è uno dei capolavori indiscussi della cinematografia e di Antonioni. Girato a Londra, racconta la storia di un fotografo di moda che per caso documenta attraverso le sue immagini un omicidio in un parco, di cui si accorge solo all’atto dello sviluppo dei negativi. Il film è diventato un classico che non solo ha fatto la storia del cinema, ma fin da subito ha rappresentato una pietra miliare anche nella storia dell’arte e della fotografia. Il fascino inalterato che Blow-up continua a esercitare ancora oggi ha, infatti, a che fare con la complessità delle tematiche che affronta: le riflessioni teoriche sul rapporto tra cinema e fotografia e tra fotografia e realtà – quindi tra occhio umano e obiettivo fotografico -, il contesto storico-fotografico in cui il film è realizzato, lo spaccato della società contemporanea e la Swinging London.
Il libro pubblicato da Contrasto riflette sulle relazioni tra i diversi mezzi espressivi visivi ripercorrendo tutte le tappe che hanno portato alla concezione e realizzazione del film.
Per delineare in modo più autentico la figura del protagonista, fotografo di moda che sta virando i suoi interessi verso la fotografia sociale, e i suoi ambienti lavorativi, Antonioni prese spunto da alcuni fotografi britannici di allora e si servì persino dei loro lavori all’interno del film come nel caso di John Cowan, a cui il protagonista si ispira. Così, pagina dopo pagina, tra i materiali preparatori del film troviamo anche un questionario per i fotografi di moda della swinging London, una relazione del giornalista Anthony Haden-Guest sul mondo dei fotografi e sulle loro abitudini e, infine, un reportage di Francis Wyndham sui fotografi Brian Duffy, Terence Donovan e David Bailey.
A completare il volume, il saggio di Ernesto Franco, curatore dell’opera di Cortázar, il testo del critico e curatore per la fotografia dell’Albertina Museum Walter Moser, seguiti da una intervista di Alberto Moravia a Michelangelo Antonioni che fu pubblicata su L’Espresso in occasione dell’uscita del film.