La fotografia è per me un mestiere, il filtro attraverso il quale entro in relazione con il mondo e il mondo con me. La ricerca, forse assurda, di istanti di senso, di forma, nel caos della vita. Tentativo di comprendere, di comprendersi. Una maniera di vivere.
Ferdinando Scianna
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In occasione dei suoi ottant'anni di vita, di cui sessanta trascorsi a occuparsi di fotografia, Ferdinando Scianna si regala, e regala a noi, un nuovo e prezioso volume: un personalissimo abecedario dedicato alla fotografia in cui analizza, parola per parola, tema dopo tema, le tradizioni, le novità e le particolarità del linguaggio visivo che più di tutti, nell’arco della sua vita, ha adoperato e analizzato.
Si comincia con la A di Ambiguità, emblematica apertura per descrivere quanto la fotografia possa essere ambivalente e scivolosa, in continua oscillazione tra la grande esigenza di verifica della realtà e la grande domanda di evasione, di sogno. Passando poi per Amori, Cinema, Dubbi, Emozioni, Fortuna, Identità, Miracoli, Ossessione, Piacere, Scelte, attraversando l’intero l’alfabeto si arriva alla Z di Zeusi, il “protopittore”, come lo definisce Scianna, in grado di dipingere, raccontano, un grappolo d’uva tanto realistico da ingannare persino i passerotti che volevano beccare quegli acini dipinti. Così racconta inoltre nell’introduzione: “Perché questo libretto. In effetti, non lo so: mi sembra che si sia fatto da solo. Sto per compiere, con grande stupefazione, ottanta anni. Forse per questo mi è venuta voglia di recuperare idee, frammenti sulla mia vita e il mio mestiere. Li ho ritrovati tra le cose scritte, dette in interviste e molte, troppe volte ripetute. Molti li ho scritti o riformulati adesso. Se uno cerca di vivere con passione e fa il fotografo par vari decenni, confondendo spesso la vita con il mestiere, inevitabilmente si domanda, e gli domandano, che cosa pensi del suo lavoro, della sua vicenda umana. Si accumulano così frammenti, quasi smozzicati aforismi, che a poco a poco, mi sono accorto, costruiscono come un abecedario della tua relazione con quello che fai, con te stesso e con gli altri”.
Tutta la fotografia racchiusa in un alfabeto, tutta la fotografia raccolta in un abecedario straordinariamente redatto attraverso la scrittura ironica, profonda e allo stesso tempo lieve di Ferdinando Scianna. Una maniera unica e originale per celebrare un compleanno speciale attraverso un racconto tanto pittoresco quanto familiare, dove il mondo - come riporta l’autore - scrive sé stesso con penna di luce e in cui il fotografo ne è il lettore, che si muove in questo caso tra le ombre, gli spiragli luminosi e il sole assordante delle sue origini siciliane.
Ferdinando Scianna nasce a Bagheria in Sicilia, nel 1943. Comincia a fotografare negli anni Sessanta. Nel 1965 esce il volume Feste religiose in Sicilia, con un saggio di Leonardo Sciascia: ha così inizio una lunga collaborazione e amicizia tra Scianna e lo scrittore siciliano. Nel 1967, si trasferisce a Milano, lavora per L’Europeo e poi, come corrispondente per la stessa testata, a Parigi, città in cui vivrà per dieci anni. Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens e in Italia La villa dei mostri, sempre con un’introduzione di Sciascia. A Parigi scrive inoltre per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Littéraire e soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson che lo introdurrà nel 1982, primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum Photos. Dal 1987 alterna al reportage la fotografia di moda riscuotendo un successo internazionale. È autore di numerosi libri e svolge da anni un’attività critica e giornalistica. Gli ultimi volumi pubblicati con Contrasto sono Visti&Scritti (2014), Obiettivo ambiguo (2015), In gioco (2016), Istanti di luoghi (2017), Cose (2018), Autoritratto di un fotografo (2021).