28 x 28 cm 192 pagine 90 foto in b/n + 90 tavole originali cartonato telato + tabellone
Tombola di Antonio Biasiucci e Mimmo Paladino è un volume unico che permette di ammirare l’opera di due grandi artisti e il senso di un gioco continuo e perenne. Si comincia ovviamente dal numero 1, L’Italia. Poi il due, ’a Piccerella e poi ancora 3, ’a Jatta, il 4, ’o Puorco e via via fino all’ultimo, ’a Paura. Sono i 90 numeri che compongono la tombola, vista attraverso le definizioni della Smorfia napoletana. Questo il punto di partenza scelto da Antonio Biasiucci, tra i più significativi autori contemporanei italiani, che ha fatto della sua fotografia in bianco e nero, forte, densa e unica per stile, un segno inconfondibile di ricerca. Le immagini di Biasiucci sono accompagnate dai numeri disegnati appositamente da Mimmo Paladino che firma col fotografo quest’opera unica che si snoda tra soffusi significati archetipici, suggestioni visionarie e arricchita da due testi: Numeri di Marino Niola e Le tavole di Alice di Eduardo Cicelyn. L’omaggio a Napoli, alla memoria storica della città, al “libro dei sogni” da cui la Smorfia deriva, è racchiuso in queste 90 immagini, ognuna con il suo riferimento intimo, profondo al numero che la rappresenta e al significato che la tradizione le attribuisce.
Il volume è accompagnato da un grande tabellone a due facce, due reticoli su cui si sistemano su un lato le immagini di Antonio Biasiucci e sull’altro i numeri di Mimmo Paladino. Un volume straordinario, un lavoro d’artista unico che permette di ammirare l’opera di due grandi autori, ritrovare la memoria e il senso di un gioco continuo e perenne, quello della cabala del nostro tempo. Forse questa tombola che sfiora l’assurdo di definizioni completamente reinterpretate è un modo giusto di reimmaginare la città. Senza dubbio, è anche un modo per interrogarsi sul senso moderno di un’arte che ha radici antiche e che è ancora in grado di affascinarci e di stupirci.
Antonio Biasiucci nasce nel 1961 a Dragoni, in provincia di Caserta, dove nel 1980 comincia un lavoro sulle periferie urbane. Nel 1984 inizia a collaborare con l’Osservatorio Vesuviano per un’opera di documentazione sui vulcani attivi in Italia. Nel 1992 vince ad Arles il premio European Kodak Panorama. La sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza e della memoria. Il volume Res: Lo stato delle cose (Contrasto, 2004) riceve il Kraszna-Krausz Photography Book Award e il Premio Bastianelli. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare”, un percorso per giovani artisti. Nel 2015 è fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni in Italia e all’estero.
Mimmo Paladino nasce nel 1948 a Paduli, in provincia di Benevento. È tra i maggiori esponenti della Transavanguardia, fondata dal celebre critico d’arte Achille Bonito Oliva, la cui estetica si basa sul ritorno alla pittura figurativa in antitesi con le correnti concettuali degli anni ’70. Nato e cresciuto nel Meridione, territorio ricco di contaminazioni culturali, è da sempre attratto dal “diverso”, una curiosità che lo porta a compiere lunghi viaggi negli anni ’80, di cui i più importanti negli USA, dove allestisce la prima personale, e in Sud America, dove conosce la cultura locale e si lascia influenzare dall’arte primitiva. Artista eclettico, ha celebrato l’importanza della pratica pittorica della manualità e si è confrontato sia con il piccolo formato della tela che con le grandi dimensioni delle installazioni, fino a elaborare un linguaggio in cui fonde elementi derivanti da tempi e spazi diversi, dall’arte egizia, etrusca o paleocristiana e in cui sperimenta diversi materiali e tecniche.