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Non chiamatemi morbo. Un libro che parla

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Fotografie di Giovanni Diffidenti

Testi di Roberto Caselli

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AA.VV.
9788869659041

31x22 cm
108 pagine
68 fotografie
cartonato

Non chiamatemi morbo. Un libro che parla è un libro audio-fotografico che racconta 43 storie di resistenza al Parkinson, immortalate dall’obiettivo di Giovanni Diffidenti e da 39 brani teatrali, commoventi e ironici, scritti da Roberto Caselli e recitati da Lella Costa e Claudio Bisio. Completano il libro i commenti di Mario Calabresi e del Ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il Parkinson è un morbo tanto diffuso quanto poco conosciuto: è una malattia che non andrebbe nascosta né a se stessi né agli altri, piuttosto diagnosticata per tempo e affrontata con cure specifiche. Non se ne guarisce, ma è comunque possibile godere di una vita lunga e di qualità.
Non chiamatemi morbo nasce proprio per far conoscere la realtà della malattia attraverso visioni differenti, per sensibilizzare quante più persone possibili e mostrare come chi è affetto da morbo di Parkinson possa comunque continuare ad avere una vita ricca di relazioni e attività. A partire dalla copertina disegnata da Elisa Roncoroni, volutamente bianca, a rappresentare la luce e la chiarezza che si intende fare sul morbo di Parkinson, il libro racchiude 43 storie di resilienza che raccontano di persone comuni e famose, di esperienze di vita quotidiana e di progetti straordinari. È presente anche una sezione di immagini dedicata ai caregiver familiari per sottolineare l’importanza della loro presenza e del loro impegno.
Il numero delle persone con il Parkinson è ampiamente sottostimato oltre che in crescita, e spesso le persone che ne sono affette sono spinte all’isolamento. Solo in Italia le stime ufficiali parlano di 230mila persone colpite dal Parkinson, numero che non tiene conto di coloro che non dichiarano la propria malattia a causa dei pregiudizi e stereotipi ancora, purtroppo, esistenti. È un mondo debole e frammentato che resta ampiamente inascoltato: Non chiamatemi morbo vuole così far parlare le persone che lo vivono ogni giorno.