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L'occhio come mestiere

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«
La sua sfida sta nel rinunciare a qualsiasi pretesa

persuasiva nei confronti dello spettatore: che sarebbe in fondo puerile

e un po’ disonesto voler sedurre o scandalizzare a ogni costo.

La nuda esistenza è sempre più forte di qualsiasi intenzione.»

 

Edoardo Albinati




 

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Gianni Berengo Gardin
9788869658976

18x25cm 
244 pagine
193 fotografie in b/n
cartonato

L’occhio come mestiere è un libro di Gianni Berengo Gardin con un testo di Edoardo Albinati. Oltre alle fotografie, il libro è arricchito anche dalla prefazione di Giovanna Melandri, da un testo di Alessandra Mauro e da una conversazione tra Margherita Guccione e Berengo Gardin. Il titolo richiama quello del celebre libro curato da Cesare Colombo, uscito nel 1970, che raccoglieva un’antologia di fotografie di Gianni Berengo Gardin e testimoniava l’importanza del suo sguardo, del suo metodo e del suo mestiere, per riuscire a narrare il suo tempo attraverso le immagini.
Questo volume vuole proporre ora un nuovo racconto visivo di Berengo Gardin dedicato all’Italia e composto di quasi duecento fotografie, alcune celebri, altre meno note, altre ancora inedite. Una lunga sequenza in bianco e nero che ferma in immagini perfette grandi momenti e situazioni di una semplice, splendida normalità; personaggi, reportage dirompenti, paesaggi che conosciamo e che speriamo non cambino mai.
«Continuo a rimanere un uomo che da anni cerca di scrivere con la macchina fotografica, il vero strumento con cui riesco a esprimermi e che provo a usare esattamente come uno scrittore usa la sua penna. Per continuare a raccontare il mondo che ho davanti agli occhi e nella mia testa».
Gianni Berengo Gardin


Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita nel 1930 e ha vissuto a Milano dal 1962. Ha collaborato con le principali testate della stampa nazionale e internazionale, ma si è soprattutto dedicato alla realizzazione di libri fotografici, con oltre 250 volumi pubblicati. Per il Touring Club Italiano ha realizzato un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei. Ha lavorato per la Olivetti e le maggiori industrie italiane con reportage e monografie aziendali. Il suo archivio contiene circa due milioni di scatti che spaziano dal reportage umanista alla descrizione ambientale, dall’indagine sociale alla foto industriale, dall’architettura al paesaggio. Ha tenuto oltre 350 mostre personali in Italia e all’estero e le sue immagini fanno parte delle collezioni dei più importanti musei e fondazioni culturali internazionali. Tra i numerosi premi ricevuti, il Leica Oskar Barnack nel 1995, nel 2008 il Lucie Award alla carriera, nel 2014 il Premio Kapuscinski per il reportage e nel 2017 il Leica Hall of Fame Award. Gianni Berengo Gardin si è spento a Genova il 6 agosto 2025.