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Man Ray
Diceva che la pittura serviva per fissare le immagini della realtà cosciente mentre la fotografia era per lui il linguaggio del fantastico. Non è questo l’unico paradosso di un’opera geniale per diversità e per una continua, incessante, libertà d’espressione. Perché Man Ray ha osato tutto, ponendo sempre la tecnica al servizio della sua creatività. Sarebbero bastati i suoi rayogrammi per assicurargli la notorietà. Ma Man Ray andò oltre per diventare il grande manipolatore d’oggetti e di idee di un’epoca febbrile e privilegiata.
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9788889032701
12,5x19 cm
144 pagine
63 fotografie in b/n
brossura
Nato a Philadelphia, pur essendo un pittore, un fabbricante di oggetti e un autore di film d'avanguardia è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, a
New York, dove viveva, con Marcel Duchamp formò il ramo americano del movimento Dada. Nel 1921 decide di andare a vivere e lavorare nel quartiere di Montparnasse a Parigi nell'era della grande creatività. Lì si innamorò della famosa cantante francese Kiki, spesso chiamata Kiki de Montparnasse, che in seguito divenne la sua modella fotografica preferita. Insieme a Jean Arp, Max Ernst, André Masson, Joan Miró e Pablo Picasso, fu rappresentato nella prima esposizione surrealista alla galleria Pierre a Parigi nel 1925. Nei venti anni successivi a Montparnasse, Man Ray rivoluzionò l'arte fotografica. Grandi artisti dell'epoca come James Joyce, Gertrude Stein, Jean Cocteau e molti altri posarono di fronte alla sua macchina fotografica.
Insieme alla fotografa surrealista Lee Miller — che fu la sua amante e assistente fotografica all'epoca — inventò la tecnica fotografica della solarizzazione. Più avanti nella sua vita Man Ray ritornò negli Stati Uniti, dove visse a Los Angeles per alcuni anni. Tuttavia, egli considerava Montparnasse casa e vi fece ritorno, lì morì il 18 novembre 1976 e fu seppellito nel cimitero di Montparnasse. Il suo epitaffio recita: Non curante, ma non indifferente.