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La più gioconda veduta del mondo
Un lavoro inedito che ritrae Venezia da un particolare punto di vista: la stessa finestra da cui, cinquecento anni fa, si affacciava Pietro Aretino.
“L’idea di questo progetto è nata quando il mio amico Renato Padoan […] mi raccontò che nella sua casa, all’ultimo piano di Palazzo Erizzo Bollani sul Canal Grande a Venezia, fra il rio di San Grisostomo e il rio dei Santi Apostoli, aveva abitato nella prima metà del Cinquecento Pietro Aretino”, racconta Gianni Berengo Gardin.
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9788869657627
28 x 24 cm
120 pagine
80 fotografie ca. in bianco e nero
cartonato
Dal 2004, e per alcuni anni a seguire, il fotografo si è quindi recato ospite dal suo amico per cogliere l’imperdibile occasione di immortalare Venezia da quella finestra. La vista sulla Pescheria, il Ponte di Rialto (all’epoca dell’Aretino ancora in legno), il Fontego dei Tedeschi - e il via vai delle persone soprattutto – vengono catturati dall’obiettivo dell’artista e messi in dialogo con le parole dello scrittore che, descrivendola in una lettera al suo benefattore, l’aveva definita “la più gioconda veduta del mondo”.
Aretino, infatti, in una lettera al proprietario del palazzo, Domenico Bollani, fa un’entusiasta descrizione della vista di cui godeva da una delle finestre della casa; racconta delle “vigne nei burchi”, dell’”uccellagione ne le botteghe” e persino delle “belle spose rilucenti di seta, d’oro e di gioie”. Lo scrittore, rifugiatosi a Venezia nel 1527 per scappare dalla Roma di Papa Adriano VI, subisce il fascino di una città magica e unica al mondo.
Il libro pone in un dialogo ideale il fotografo, vissuto a Venezia per anni, e lo scrittore: entrambi osservano lo scorrere della vita quotidiana, i traffici commerciali, le orde di turisti e le regate. Le immagini di Gianni Berengo Gardin ci raccontano cosa è cambiato e cosa è rimasto immutato. Occhi diversi e separati da una distanza di secoli sono puntati, incontrandosi in questo volume, sulla stessa bellezza indiscussa: Venezia.
Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930 e inizia a occuparsi di fotografia a partire dal 1954. Dopo un lungo periodo a Venezia, si stabilisce a Milano, dove comincia la professione di fotografo. Collabora con numerose riviste tra cui Il Mondo di Mario Pannunzio e le maggiori testate giornalistiche italiane e straniere quali Epoca e Time. Principalmente si dedica alla realizzazione di libri fotografici, pubblicando oltre 250 volumi dai quali emerge soprattutto l’interesse per l’indagine sociale. Ha tenuto circa duecento mostre personali, sia in Italia che all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles (1987), di Milano (1990), di Losanna (1991), di Parigi (1990) e di New York alla Leica Gallery (1999). Nel 1972 la rivista Modern Photography lo ha inserito nella lista dei 32 maggiori fotografi al mondo. Oltre ai numerosi premi vinti, nel 2008, quale riconoscimento alla carriera, gli viene dedicato il prestigioso Lucie Award.