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Vivian Maier. Vita e fortuna di una fotografa

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Per farsi l’immagine giusta, guardatela dritto in faccia come lei farebbe
con voi: alle sue condizioni, in base alle prove che lei stessa ci dà su chi era e su

quello che ha fatto. Solo così potremo iniziare a vedere Vivian Maier, donna e
fotografa, e avventurarci nel suo mondo.
Pamela Bannos

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Pamela Bannos
9788869657559

15 x 22,8 cm
336 pagine
30 fotografie ca. in b/n
brossura
Traduzioni dall'inglese: Maria Baiocchi e Anna Tagliavini

Vivian Maier. Vita e fortuna di una fotografa è la prima biografia autorevole, scritta dalla docente universitaria di fotografia Pamela Bannos, che racconta la vera storia di Vivian Maier, dimostrando come fosse una fotografa matura, assolutamente consapevole, e non una fotografa amatoriale come il mito che è stato costruito intorno alla sua figura racconta. Faceva la bambinaia solo per guadagnarsi da vivereFotografa-bambinaia dunque, e non bambinaia-fotografaSi tratta della ricostruzione più autentica, rigorosa e avvincente della vera Maier, arricchita da fotografie inedite appartenenti all’archivio di Ron Slattery.

L’esperienza di quella che è stata definita la “tata-fotografa”, un’artista visionaria forse ancor più affascinante del mito che l’ha resa famosa, ha scompaginato da un giorno all’altro la storia della fotografia del Ventesimo secolo. Quando sono state scoperte le tonnellate di scatoloni pieni di scatti di un autore sconosciuto, il suo nome passa dall’anonimato alla gloria nel giro di breve tempo: il volume che Contrasto ora pubblica in Italia cerca di mettere ordine nel magma fluido del misterioso mondo di Maier, presentando un’immagine sincera del suo talento e liberandola dall’etichetta di “tata con la Rolleiflex” per darle quella ufficiale di “fotografa”.

A partire dai dati biografici e dalla ricostruzione delle sue radici familiari, il libro segue Maier anno dopo anno, foto dopo foto grazie ad uno studio che in quattro anni ha permesso di ricostruire la sua vera storia.

Vivian si sposta tra gli Stati Uniti e l’Europa sempre accompagnata dalla macchina fotografica. Lavora come bambinaia, e così sostiene la sua passione che non riesce mai a garantirle il sostentamento. Accumula migliaia e migliaia di scatti, rubati alla strada, alle persone, costruendo la sua identità di fotografa e affacciandosi silenziosamente dallo sfondo, svelandosi in qualche specchio casuale. Affitta dei magazzini che riempie puntualmente dei suoi lavori, rimasti completamente sconosciuti e ritrovati casualmente. Così la biografia racconta anche della dispersione dell’enorme eredità dell’autrice tra aste, vendite in internet e rivendicazioni di lontani eredi. Pamela Bannos scava nei lavori della fotografa e ne ricostruisce la cronologia della vita e la tecnica utilizzata, dimostrandoci che, sebbene Vivian avesse deciso di non mostrare le sue opere, era artista ben più consapevole del mezzo fotografico di quello che si è voluto far pensare sinora. Di capitolo in capitolo, la vera storia di Vivian Maier si alterna all’analisi delle tappe che hanno costruito il mito, contestualizzandola nel panorama fotografico dell’epoca.

Un saggio rigoroso, appassionato e avvincente, che si legge come un romanzo.