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Ten years and Eighty-Seven days

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Does my future frighten me? My future consists of seven days from when Ill have finished writing this letter.

Ten Years and Eighty-Seven Days is the average length of time a person sentenced to death in the United States has to wait before his or her sentence is executed.

Luisa Menazzi Moretti spent many years in Texas. The state of Texas has the highest number of executions of all democratic nations of the western world. The pictures in this book are inspired by the letters and interviews that those sentenced to death have written on death row. Luisa Menazzi Moretti’s pictures are the result of their words.

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Luisa Menazzi Moretti
9788869654480

21x29cm
56 pagine
17 fotografie in b/n e a colori

brossura
testi in italiano, inglese e tedesco

Prisoners live all their time alone and are permitted just a small radio and a few books. Lives squeezed into cubicles measuring 6 square meters which stretch out however to cover a short lifetime and a very long wait. Luisa Menazzi Moretti doesn’t document or interpret these existences, she transfigures them. She gets into them, filters them through her own sensibility. The more she concentrates on the apparent material aspects of the pictures – the small lines marking off the days of waiting, the jammed jigsaw pieces – the more her images tend towards abstraction.

Through the intensity of her images she tells us about life, death and prisoners’s feelings waiting for the day of their execution. Ten years and eighty-seven days of a transient life with a programmed end, a deadlined death, an enforced length of time to go through, existing without living, kept alive during a terminal social illness. It’s a spiritual and intimate journeys of men and women, populated with impossible thoughts, sensations, moods, memories, pain, waiting and possibly hopes too.

 

 

Dieci anni e ottantasette giorni è il libro di Luisa Menazzi Morettiche documenta con le fotografie il tempo sospeso di coloro che attendono la morte nelle carceri americane. Dieci anni e ottantasette giorni non è soltanto il titolo di un libro, è innanzitutto la durata del tempo che un condannato a morte aspetta, in media, tra l’emanazione della sentenza e l’esecuzione della condanna.

Luisa Menazzi Moretti ha vissuto per molti anni in Texas, e ancora oggi trascorre lunghi periodi a quaranta miglia da Huntsville, città tristemente nota per il braccio della morte. Il Texas è infatti lo Stato USA che detiene il primo posto per le esecuzioni capitali tra tutte le nazioni democratiche del mondo occidentale.

Le immagini di Luisa Menazzi Moretti sono accompagnate dalle parole dei condannati a morte: lettere, pagine di diario, interviste. Parole e riflessioni che sono rivolte innanzitutto a chi resta, ai familiari di chi è stato giustiziato, non sempre perché colpevole. Le fotografie di questo libro costituiscono il racconto del periodo di solitudine che vivono i condannati: 3.737 giorni in cui i detenuti versano in condizioni di totale isolamento, con una finestra sul mondo costituita soltanto da una radiolina da tavolo, pochi libri, gli atti legali che li riguardano. Dieci anni e ottantasette giorni che possono diventare talvolta quindici, venti anni. Luisa Menazzi Moretti non commenta e non interpreta questo tempo: documenta le esistenze di queste persone diventate ormai “morti viventi”, lasciando la parola a loro, tra le ultime dichiarazioni prima dell’esecuzione e i tentativi di dimostrare una condanna talvolta ingiusta.

Dieci anni e ottantasette giorni non è un libro sulla crudeltà della pena capitale: è il racconto di un’estenuante attesa, tra angosce e tormenti interiori, con la certezza di un punto d'arrivo ben definito e il tentativo di prepararsi ad esso.