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Codex. L'archivio storico del banco di Napoli
Il volume accompagna la mostra omonima, promossa dalla Fondazione Banco di Napoli, esposta dal 20 maggio al 18 luglio 2016 presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il mio desiderio è di puntare ad un’immagine sempre più scarna [...], che delega molto alla persona che guarda, in modo che possa trovare uno spazio per sé. Affinché ciò avvenga credo sia necessario pulire la fotografia da elementi che in qualche modo tendono a chiuderla.
Antonio Biasiucci
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9788869656941
Codex è l’ultimo grande lavoro realizzato dal fotografo Antonio Biasiucci: una narrazione fotografica e antropologica dell’Archivio Storico custodito dalla Fondazione Banco di Napoli, arricchita da una introduzione di Gianluca Riccio. Le immagini si susseguono in un impianto grafico suggestivo. Dietro a una apparente semplicità la struttura del volume cela una massiccia ricerca di coerenza tra i dettami fotografici tipici dello stile di Biasiucci e quelli che caratterizzano l’editoria fotografica di altissimo livello. Le serie di faldoni conservati presso l’archivio si mostrano come un’opera statica ma imponente, che nella sua immobilità rivela tutta la forza propulsiva della storia passata.
Il volume è frutto della residenza artistica di Antonio Biasiucci, che per circa tre mesi ha vissuto le 330 stanze dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, il più grande archivio di documentazione bancaria al mondo.
“Biasiucci, incurante della loro origine e della loro finalità, ritrae i faldoni pezzo per pezzo e poi li rimonta in una sequenza svincolata da ogni principio di successione cronologica, disponendo così gli antichi corpi cartacei in un ordine in cui la Storia non si presenta più come un campo temporale, ma spaziale, come un atlante segreto o come il modello ideale di una città dentro la città. Di nuovo l’uno accanto all’altro, i faldoni si offrono allo sguardo come i tasselli di un inedito skyline urbano, come il profilo di una città della memoria costruita sulla stratificazione di tracce di storie e di incerte identità che l’hanno animata e attraversata”.
Gianluca Riccio
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio Vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica sui temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali, e ha partecipato a importanti iniziative culturali di carattere sociale. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015.