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Aquapark
Stefano Cerio ha percorso il nostro paese cercando di cogliere, nella loro veste invernale e quasi obsoleta, il senso, o meglio il non senso, dei parchi acquatici.
Quando cala il sipario e lo spettacolo finisce rimangono scheletri silenziosi a rivelare spesso il vuoto e il non senso del divertimento forzato. Sono diventati una recente acquisizione dei nostri litorali vacanzieri. Strane e sinuose costruzioni colorate, i parchi acquatici – per tutti, Aquapark – in estate promettono frescura, divertimento, onde addomesticate, piccoli e innocui brividi, tinte sgargianti e divertimento di massa. Ma è soprattutto d’inverno che le loro bizzarre architetture rivelano la loro assurda realizzazione, il paradosso con cui sono costruite: assicurare svago per tutti, rapido, vicno casa e a buon mercato.
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9788869652851
30x24 cm
96 pagine
32 fotografie a colori
rilegato
Le splendide tavole a colori di Stefano Cerio diventano una interpretazione artistica dei silenzi di questi spazi rimasti vuoti, del loro surreale rapporto con il paesaggio e dell’anacronistica ricerca di una felicità effimera da cogliere a tutti i costi. Il volume accompagna la mostra omonima in programma nell’autunno 2010 alla Galerie Italienne di Parigi e in primavera 2011 alla Fondazione Forma di Milano.
Stefano Cerio vive e lavora tra Roma e Parigi. Inizia la carriera di fotografo a 18 anni collaborando con L’Espresso. Dal 2001 si interessa di fotografia di ricerca e video. Espone al Diaframma di Milano, alla galleria Recalcati di Torino, mentre del 2004 è il progetto “Machine Man” al Lattuada Studio di Milano. Nel 2005 la Città della Scienza di Napoli gli dedica una personale: “Codice Multiplo”. Nel 2008 realizza per la regione Piemonte una installazione per la mostra “Le Porte del Mediterraneo” a Rivoli e espone alla Changing Role di Roma con “Souvenirs”. Nel 2009 la sovraintendenza di Napoli organizza una personale nella Certosa di Capri dal titolo “Sintetico Italiano”. Nel 2010 realizza due mostre alla Galerie Italienne di Parigi ed espone al museo Madre di Napoli nella collettiva O'Vero