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Diario ucraino

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Mamo e Tondo si danno il compito unico di testimoniare, portando il corpo, il proprio corpo, nella devastazione e gridando al lettore “ti riguarda”. Testimoniare non significa avere un’opinione sulle cose e condividerla, testimoniare non è attivismo rivolto a battagliare per ottenere un risultato, testimoniare è portare il proprio corpo vicino alle cose e raccontare.

Dall’introduzione di Roberto Saviano



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Alessio Mamo e Lorenzo Tondo
9788869659522

16,6x23 cm
184 pagine
71 fotografie a colori
brossura con alette


Mai come oggi, a due anni dallo scoppio della guerra di Ucraina - evento de­flagrato nel cuore dell’Europa e destinato a segnare per sempre un intero popolo, e anche tutti noi - ci troviamo in un momento significativo per la pubblicazione di un volume che assume un carattere unico nel panorama editoriale contemporaneo, un reportage dal valore storico per la portata dei suoi interpreti, la completezza del loro lavoro e la qualità delle loro testimonianze. Diario ucraino di Lorenzo Tondo e Alessio Mamo, rappresenta un lungo percorso di immagini e parole cominciato poche ore dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, quando ai confini della Polonia già si ammassavano migliaia di profughi, e continuato a Kremenčuk, a Kharkiv e poi ancora a Kherson, nel Donbass e naturalmente a Kyiv, base strategica dei loro itinerari. Così come Robert Capa e John Steinbeck negli anni Cinquanta, Lorenzo Tondo, giornalista di The Guardian, e il fotografo Alessio Mamo hanno lavorato a quattro mani: il loro è un equilibrio di parole e foto che non si sovrappongono, non collidono, non si amplificano, ma si completano. Un libro che vuole quindi presentare al lettore non ciò che non conosce, ma, al contrario, quello che è già sotto i nostri occhi e che, paradossalmente, rischia di non essere più visto. Come scrive Lorenzo Tondo, Alberto Moravia diceva che la guerra, purtroppo, è un’abitudine, e che a cambiarci non sono i fatti straordinari che avvengono una volta tanto, ma proprio la tendenza ad assuefarsi, ad accettare quel che ci succede fino a non ribellarsi più. E allora l’invito da cogliere è quello di Roberto Saviano, autore dell’introduzione del volume: “Non leggetelo in fretta questo libro, non sfogliate con distrazione le pagine con le fotografie, ma soffermatevi, fissatele. […] Possono delle foto e delle parole portarci al fronte? Non solo, portano il fronte nel nostro luogo”.

 

Lorenzo Tondo (Sciacca, 1982) è giornalista e corrispondente del Guardian, per il quale si occupa di Sud Europa e di temi legati alla crisi migratoria. In passato ha collaborato con The New York Times e Time. Dal 2010 al 2015 ha lavorato nella redazione di la Repubblica a Palermo, dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti per le sue inchieste. Nel 2015 si è aggiudicato il premio nazionale di giornalismo Giuseppe Fava Giovani e nel 2016 il premio internazionale Maria Grazia Cutuli come giornalista siciliano emergente.

Alessio Mamo, nato a Catania e laureato in Chimica, inizia nel 2008 la carriera di fotogiornalista concentrandosi su temi sociali, economici e di politica internazionale. Ha lavorato a lungo sul tema delle migrazioni e sul dramma dei rifugiati e le sue immagini vengono pubblicate da grandi testate come The New York Times, Time, Le Monde, Der Spiegel, Internazionale, L’Espresso. Da anni collabora regolarmente per il quotidiano britannico The Guardian e per l’agenzia ONU per i rifugiati UNHCR. Ha vinto per due volte il World Press Photo (categoria “People”, 2018, e “General News”, 2020).