Ingranditore: Magnum Magnum

Pubblicato il : 30/11/2023 14:11:41

Tornato in libreria in una versione rivista e aggiornata, Magnum Magnum celebra la visione, l’immaginazione e il talento di Magnum Photos, la leggendaria agenzia cooperativa creata nel 1947 dagli stessi fotografi o piuttosto, come affermava Henri Cartier-Bresson, da un “gruppo di avventurieri che erano mossi da un’etica”.
Ogni fotografo di Magnum ha selezionato le sei migliori e più significative immagini di un altro “compagno di agenzia”, commentando la sua scelta con un breve testo.
Per voi, Peter van Agtmael parla di Burt Glinn e Sohrab Hura ci racconta Newsha Tavakolian.




Non ho mai avuto la possibilità di incontrare Burt Glinn. È morto pochi mesi prima che io entrassi a Magnum nel 2008. Ma Magnum è una grande famiglia con una lunga memoria, ed è raro che passino molti mesi senza che si senta parlare di lui. Durante un recente ritrovo in Francia, Sam, il figlio di Burt, uno chef professionista, ha preparato una portata dopo l’altra in una minuscola cucina per una folla impaziente di fotografi e staff dell’agenzia. A Magnum, il passato non è mai molto lontano.
Burt usò il colore quando era considerato commerciale e fuori luogo, ma faceva comunque foto straordinarie. Ha fotografato una serie incredibilmente varia di soggetti. Ha realizzato le foto iconiche della presa del potere di Fidel Castro a Cuba. Ha documentato momenti intensi e tesi durante l’integrazione razziale alla Little Rock High School. Ma è noto anche per le sue immagini della Seattle Tubing Society che galleggia languidamente su un fiume.
Ultimamente, la fotografia è diventata sempre più specializzata e la libertà di spaziare sembra appartenere al passato. Le foto di Burt ci ricordano l’innocenza e la potenza di quell’approccio, se visto con gli occhi giusti.
Burt era in grado di fare tutto, e chiaramente si divertiva un mondo nel farlo. Nelle tante fotografie che lo ritraggono nell’archivio Magnum, ha sempre un grande sorriso e un’espressione ironica. Parlava a nome di tutti noi quando disse: “La cosa più importante che un fotografo come me può avere, è la fortuna”.
 

Peter van Agtmael

































Vorrei chiarire subito che questa selezione di immagini riflette solo in minima parte il lavoro di Newsha Tavakolian. La sua storia e il suo percorso si estendono ben oltre Magnum e il mezzo fotografico stesso. Ai fini di questa pubblicazione, e rimanendo nel contesto di Magnum, ho pensato alla prima volta che sono entrata in contatto con il suo lavoro. Lessi in un articolo che alla fine degli anni Novanta, ancora adolescente, Newsha aveva deciso di diventare fotoreporter. La persona che aveva scritto sul suo lavoro raccontava di come si arrampicasse sugli alberi per fotografare eventi di difficile accesso. Ricordava anche un’altra occasione in cui si era arrampicata su un muro per fotografare uno stadio di calcio pieno di uomini e interdetto alle donne. All’epoca, leggere di Newsha, e soprattutto della sua abitudine ad arrampicarsi su tutto ciò che la ostacolasse, mi aveva fatto sorridere e allo stesso tempo rimanere a bocca aperta per la grinta, la caparbietà e il coraggio che dimostrava e che avrei sempre voluto saper sfoderare io stessa. In questi ultimi anni, in cui ho avuto modo di conoscere più da vicino Newsha e il suo lavoro, continuo a veder emergere quella caparbietà nel modo in cui protegge e difende l’integrità del suo lavoro.
Questa piccola selezione di immagini è fedele al nucleo della sua pratica fotografica: mostrano storie in cui le donne sono al centro. Queste protagoniste del suo lavoro appaiono forti e piene di dignità, certo, ma non nascondono una certa vulnerabilità. Spesso il suo obiettivo mette a fuoco lo stesso specifico punto, e questo fa sì che le sue serie fotografiche sembrino scandite dal ritmo di un metronomo. Magnum a volte può essere uno spazio difficile per chi non proviene dagli Stati Uniti o dall’Europa. C’è questa aspettativa non dichiarata ma presente di mettere in evidenza la nostra collocazione geografica, culturale e di genere, come se si trattasse di una giustificazione per appartenere a Magnum. Newsha sfida tale aspettativa e questo è ciò che più rispetto di lei e del suo lavoro.
 

Sohrab Hura

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