Dal nostro archivio: Saul Leiter. La retrospettiva

Pubblicato il : 21/12/2023 14:18:06

Saul Leiter è stato un grande fotografo, un eccellente pittore, un sensibile osservatore della realtà e delle strade di New York. Nella retrospettiva che Contrasto ha da poco pubblicato, è testimoniata tutta la sua carriera e la multiforme attività creativa che ha costellato la sua vita. Tra le tante diverse serie di immagini e di lavori, anche una sorprendente collezione di nudi, rimasta nascosta quasi come un segreto dall’autore e venuta alla luce recentemente grazie all’attento e partecipe lavoro di Margit Erb e della Fondazione Saul Leiter.

Così Margit ricorda, nel libro, quella eccezionale scoperta:

Mantenere i segreti, di Margit Erb

   


Nel 2014, un piccolo gruppo di noi della Saul Leiter Foundation ha fatto una scoperta nella moltitudine di scatole polverose e rotte accatastate nei diversi angoli dello spazio di lavoro di Saul Leiter. All’interno c’erano migliaia di nudi e ritratti intimi in bianco e nero. Erano passati sei mesi dalla morte di Saul e stavamo appena iniziando a sistemare le sue stampe in archivio. Per quale motivo Saul aveva tenuto nascoste quelle fotografie per così tanto tempo?
Negli anni in cui ho lavorato nel suo studio, non ho mai trovato alcuna corrispondenza con gli editori relativa a queste stampe. A quanto sembrava, non c’era stato alcun tentativo di mostrare questo lavoro ad altri. Era tipico di Saul evitare qualsiasi sforzo per promuovere il suo lavoro, il che potrebbe spiegare perché sia passato inosservato. Non era da lui rivolgersi a un professionista o fermarsi anche solo un secondo ad aspettare l’approvazione degli altri. Era dell’idea che se non ti piaceva il suo lavoro, semplicemente non faceva per te. Le immagini a colori del suo vasto archivio di diapositive sono rimaste inedite per quasi cinquant’anni, finché alcuni amici non lo hanno convinto a stamparne una piccola selezione negli anni Novanta.
Saul aveva alle spalle un passato di prolifico lavoro creativo, ma anche la fama di chi lascia tutto il resto al caso – un atteggiamento molto rischioso per un artista.
 
Saul proveniva da una famiglia ebrea ortodossa e i suoi genitori avrebbero giudicato queste fotografie alla stessa stregua della pornografia. La sua famiglia si aspettava che Saul diventasse un rabbino come suo padre, ma lui ha prese una direzione completamente diversa. Sfidando le loro aspettative, Saul si trasferì a New York per fare l’artista, e i suoi genitori si indispettirono quando intraprese la carriera di fotografo di moda. Ma pubblicare un libro di nudi – be’, a quel punto il tradimento sarebbe stato totale. È anche possibile che Saul fosse riluttante a mostrare questo lavoro perché in apprensione per le donne raffigurate nelle fotografie.
 
Saul aveva a cuore queste immagini intime e i ricordi delle persone raffigurate, e non avrebbe potuto accettare che un critico o uno spettatore tradizionalista le considerasse indecenti o immorali. Buona parte delle foto ritraggono Soames Bantry, la modella e pittrice con cui ha condiviso la vita finché lei non morì, nel 2002.
Nelle note che Saul apponeva sul retro delle stampe, abbiamo trovato appunti fuorvianti che tentano di nascondere l’identità delle donne. Ogni tanto identificava erroneamente una ragazza –che sappiamo chiamarsi Jay – come “la figlia della mia padrona di casa”; altre volte le dava il nome “Anna B.”. Talvolta scrisse “la musicista” sul retro delle stampe di Fay. Lynn a New York fu etichettata come “Akira, Tokyo”. Nei primi tempi in cui lavoravo per Saul, ricordo che discutemmo a lungo sull’identità della donna che compare nell’ormai celebre immagine di Lanesville del 1958 Saul evitava sempre di rispondere alle domande sulla protagonista. In una delle nostre prime conversazioni sul nudo di Lanesville, mi chiese: “Sai mantenere un segreto?”. E poi, prima che potessi rispondere, disse: “Anch’io”. Di fatto, tutti i soggetti delle immagini intime di Saul erano donne che conosceva bene. Saul ha finito con lo sbottonarsi (solo un po’) su di loro dopo che siamo stati amici per molti anni; man mano che mettevamo in ordine le stampe e i negativi cominciavano a emergere i dettagli. A ottantotto anni, sembrava non sentire più il bisogno di nascondere l’identità delle donne. Mentre mi diceva i loro nomi, io li annotavo sulle custodie di carta dei negativi: Kim, Inez, Jean, Fay, Marjorie, Marianne, Kathy, Gloria, Lynn, Barbara, Dottie, Jay, Deborah e naturalmente Soames. Presto ho fatto conoscenza con tutte loro.
 
In queste fotografie non si avverte solo un erotismo di fondo, ma anche un senso di puro piacere domestico. Le immagini che abbiamo trovato ci hanno rivelato momenti della vita precedente di Saul. Le donne sono sdraiate in vasche da bagno o in piedi davanti a specchi. Si vestono e si svestono spesso. Sono riprese mentre dormono placide o si sono appena svegliate. In una delle mie immagini preferite di Soames (p. 328), la vediamo indossare occhiali da artista e quella che doveva essere una delle camicie bianche di Saul. Si strattona la camicia mentre si sporge verso l’obiettivo della macchina fotografica ridendo. Anche la superficie dei tavoli che compaiono nelle immagini domestiche di Saul sono rivelatori, perché svelano molto dell’anatomia della scena. Ci sono bottiglie di vino, sigarette e posacenere, fiori secchi e pile infinite di giornali, riviste e libri. Queste scene, registrate in una sorta di diario visivo, potrebbero essere state catturate solo da una persona veramente presente e deliziata dai miracoli della vita quotidiana.
 
Abbiamo trascorso quasi un anno a catalogare i nudi e abbiamo progettato un volume da intitolare In My Room.
Nel 2017, l’hashtag #MeToo è diventato virale negli Stati Uniti e ha sensibilizzato il mondo sull’entità del problema della violenza sessuale. È stato un avvenimento importante per le donne ed è un movimento che sostengo con forza. Ma rispetto al lavoro di Saul e a come poteva essere visto, ho avuto qualche perplessità. Come sarebbero state interpretate queste immagini? E se le persone avessero frainteso il lavoro? Alla fine, mi sono convinta che gli spettatori avrebbero visto le donne nelle immagini di Saul come le vedevo io: non oggetti o marionette per realizzare le composizioni artistiche di qualcun altro, ma individui unici, totalmente in sintonia con sé stessi. In queste donne vedo delle personalità molto diverse tra loro. Alcune sono fragili, ribelli, intelligenti, giocose e sensuali. Per me, queste immagini dimostrano che uomini e donne possono lavorare insieme collaborando in modo creativo a tutti gli effetti. E così, ho iniziato a pensare che il messaggio di Saul era arrivato proprio al momento giusto.
 
Sono certa che molti lettori si chiederanno quale sia stata la vita delle donne ritratte da Saul. Spesso mi chiedono le loro storie. Qual era la natura del loro rapporto con lui? Quali erano le circostanze della loro vita? Un paio di volte, nei primi giorni dopo la scomparsa di Saul, mi sono sentita spinta a rispondere a queste domande. Una volta ho dato una breve ma confusa descrizione della vita di Soames durante un’intervista, e me ne sono subito pentita. Non lo farò più, per rispetto nei confronti del mio amico e del suo desiderio di privacy. Quindi, se è vero che ho appreso da Saul alcuni episodi della loro vita (in realtà, conoscevo anche Soames e ho persino incontrato Inez e Fay una volta), in questo mio testo di accompagnamento alle loro fotografie non troverete altri particolari, a parte i nomi. Sono convinta che queste immagini, le loro immagini stampate su queste pagine, siano la loro eredità artistica. Al di là della frazione di 1/60 o di 1/125 di secondo rappresentato in queste fotografie, non c’è nulla da approfondire e nient’altro conta. E poi, sono molto brava a mantenere i segreti.


Per le foto © 2023 Saul Leiter Foundation: 

Harper’s Bazaar, settembre 1961.
Jay, 1957 circa.
Parigi, 1959.
Harlem, 1960.




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