Inedito in Italia, questo volume dedicato a Mary Ellen Mark presenta 70 fotografie, introdotte da un testo della curatrice Caroline Bénichou e accompagnate da note biografiche e bibliografiche aggiornate.
Dagli acrobati del circo ritratti nel libro Indian Circus alle prostitute indiane protagoniste di Falkland Road, dalle star di Hollywood riprese sui set di Federico Fellini, Luis Buñuel o Francis Ford Coppola agli ospedali psichiatrici documentati in Ward 81…
Da quando ha iniziato a fotografare, Mary Ellen Mark (1940-2015) non ha mai smesso di posare il suo sguardo singolare sul mondo. Sia il cinema che la fotografia si nutrono del visibile. Senza un referente, non c’è immagine, che emerge dalla presenza simultanea di soggetto, macchina fotografica e fotografo. Ogni fotografo ha il dovere di cogliere – anzi, di cogliere nel segno, visto quanto sono essenziali la concomitanza e la coincidenza – a qualsiasi costo la realtà.
Il modo in cui Mary Ellen Mark si avvicina al mondo è soprattutto una vicinanza con le persone. E nei suoi lavori la contiguità fisica e partecipe con gli altri è sorprendentemente evidente. Non c’è alcun desiderio di mostrare l’esotico, lo straordinario o il mostruoso. Non c’è nulla che sia guidato da un evento. Solo l’esperienza sempre rinnovata della presenza degli altri nella loro vita quotidiana, catturati nel loro ambiente sociale, congelati nella fissità dell’immagine, nella bidimensionalità della fotografia. È difficile descrivere il suo lavoro, attribuirgli un’etichetta, perché Mary Ellen Mark è sempre al confine tra reportage, fotografia documentaria e ritrattistica. In breve, ci si potrebbe arrischiare a dire che sia stata una “ritrattista sociale”. E in questa particolare attitudine a cogliere la realtà, in questa intersezione di generi fotografici, risiede il fascino delle sue immagini.