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Andy Rocchelli, un fotografo con un talento immenso 

e un’idea chiara e precisa di cosa sia il fotogiornalismo: 

dovere di testimoniare e di raccontare le persone, 

scegliendo un punto di vista laterale, 

facendosi carico di chi è più debole, 

di chi non ha voce, di chi sta ai margini.

 

Dall’introduzione di Mario Calabresi


 

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Andy Rocchelli
9788869659577

16x22 cm

160 pagine 

91 fotografie a colori e in b/n

Brossura con alette



Il 24 maggio 2024 saranno dieci anni dalla morte di Andy Rocchelli, il fotoreporter italiano ucciso da colpi di mortaio in Ucraina nelle vicinanze della città di Sloviansk, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Donbass. Insieme a Rocchelli quel pomeriggio c’erano l’attivista dei diritti umani ed interprete Andrei Mironov – anch’egli rimasto ucciso nell’attacco –, il fotoreporter francese William Roguelon e un autista locale. Durante una sosta presso dei binari abbandonati, il gruppo è stato fatto oggetto di un accanito attacco di artiglieria pesante e leggera. Il tiro mirato, che ha ucciso Mironov e Rocchelli e ferito gravemente Roguelon è stato riconosciuto come non accidentale dalle autorità inquirenti italiane. Nel maggio 2016, infatti, sono state ritrovate le ultime foto scattate da Rocchelli mentre si trovava sotto tiro, prima di essere ucciso, provenienti da una scheda di memoria scoperta dai colleghi di Cesura in una tasca interna della custodia della macchina fotografica: queste documentano la durata dell’attacco, la conformazione del luogo ove si trovavano le vittime e il loro abbigliamento di civili inermi. 

In collaborazione con la famiglia di Andy Rocchelli, Contrasto pubblica un volume che ripercorre la sua storia fotogra­fica, corredandola di notizie e di informazioni sull’autore, insieme a una selezione di circa 90 tra le sue fotografie più significative, che hanno documentato la Primavera Araba in Libia ed in Tunisia, le violazioni dei diritti umani in Kirghizistan e Inguscezia, le condizioni dei migranti nel meridione d’Italia e il loro sfruttamento da parte della criminalità organizzata.

A introdurre le immagini di Rocchelli sono i testi dei giornalisti Mario Calabresi e Michele Smargiassi, che rendono onore alla storia della sua vita ma soprattutto al suo modo di osservare e registrare la realtà: “Dopo aver scorso e riscorso molte volte queste pagine che ora avete sotto gli occhi, non riesco, come avevo sperato, a dire: Rocchelli è stato “il fotografo di”. Non solo perché ci sono salti abissali di tema e di clima tra le storie che ha raccontato […] Ma perché, per ciascuna di queste immersioni totali in un contesto, in una storia, Rocchelli ha scelto il tono e lo stile che gli servivano. Senza preoccuparsi tanto di pescare ispirazione dal repertorio dei linguaggi disponibili nella storia del reportage” scrive Smargiassi. 

Anche la testimonianza di Gabriele Micalizzi, tra i fondatori e componenti originali del collettivo Cesura, sottolinea quanto l’archivio di Andy Rocchelli costituisca ancora oggi un prezioso contributo alla storia della fotografia contemporanea. Le parole della giornalista Anna Dichiarante ricostruiscono infine la sequenza temporale dei suoi ultimi drammatici istanti e il processo di ricerca di verità e giustizia avviato dopo la sua morte, e tuttora in corso.



Andrea (Andy) Rocchelli
, nato a Pavia nel 1983, laureato in Visual Design al Politecnico di Milano, fotografo, ha fondato nel 2008 con altri quattro colleghi – Arianna Arcara, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sala, Luca Santese – il collettivo indipendente CesuraLab, con sede a Pianello Val Tidone (PC). Tra i suoi progetti fotografici spiccano quello sulle violazioni dei diritti umani nel Caucaso russo (Inguscezia, Daghestan, Cecenia); sulla crisi in Kirghizistan (2010) in collaborazione con Human Rights Watch; sugli sviluppi delle Primavere arabe in Tunisia e in Libia (2011). In Italia si e occupato del fenomeno del velinismo, di vocazioni religiose, di criminalita organizzata in Calabria, di migranti africani e del loro sfruttamento nelle campagne del Meridione. Suoi scatti sono apparsi su testate come Newsweek, Le Monde, Wall Street Journal, Foreign Policy, Novaya Gazeta, Sportweek, NZZ, Kommersant. Nel febbraio 2014 e a Kiev a documentare la protesta di Maidan. Nel frattempo, prepara un libro fotografico, Russian Interiors, che apparirà postumo alla fine del 2014. Vi si ritrae dall’interno l’universo femminile nei paesi ex sovietici. Apprezzato dalla critica internazionale, e stato citato da Martin Parr come uno dei migliori 10 libri fotografici del 2014, sul British Journal of Photography. Alle foto di Russian Interiors sara attribuito il World Press Photo 2015. Il 24 maggio 2014 Rocchelli e ucciso da colpi di mortaio ad Andreevka, alla periferia di Slovjansk, nel Donbass, dove si trovava per documentare le sofferenze della popolazione civile. Nel corso dell’attacco sferrato dalle forze armate ucraine viene ucciso anche il suo accompagnatore e amico, il giornalista russo e attivista per i diritti umani Andrej Mironov, mentre sopravvive il fotografo francese, William Roguelon, pur gravemente ferito.